Di seguito il testo del mio articolo pubblicato su Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia di martedì 9 aprile 2013.

I fatti e le relazioni nella scrittura del business plan

Il business plan, come è noto, è lo strumento con il quale un’impresa descrive un progetto aziendale che intende portare avanti, le modalità di conduzione dello stesso, i tempi previsti per la sua realizzazione e le risorse necessarie.

Anche se il ritmo con cui avviene oggi il cambiamento rende la pianificazione tradizionale, orientata a proiezioni a 3 o 5 anni, praticamente priva di significato, la scrittura di un piano di business è fondamentale per porsi correttamente di fronte a un istituto di credito che deve erogare un finanziamento, a un ente pubblico che deve erogare dei contributi o al management di un’impresa chiamato a decidere sulla destinazione di risorse a importanti investimenti.

Scrivere un business plan richiede esperienza, capacità analitiche e, soprattutto, molta concretezza. Si parte, come è logico, dalla  descrizione dell’azienda: visione, missione, forma giuridica, localizzazione produttiva e distribuzione commerciale. In seguito, si esamina il mercato di riferimento per i propri prodotti e servizi; rispondendo a domande quali “Perché i consumatori dovrebbero comprare i miei prodotti e servizi?” o “Quali sono i miei clienti target?” si delinea il posizionamento strategico dell’azienda. Descritti questi aspetti, si devono prendere in considerazione le scelte legate allo sviluppo operativo del progetto: le tipologie di investimento, i processi tecnologici e produttivi, i rapporti con fornitori e distributori, le risorse umane, economiche e  finanziarie, i tempi e le modalità di controllo ritenute più opportune per seguire i processi attivati.

La riflessione sulla fattibilità economico-finanziaria del progetto conclude il percorso. Essa determina la reale sostenibilità del piano; le strategie sottese, infatti, devono essere raccordate con i volumi di vendita e di profitto raggiungibili al fine di testare la convenienza dell’iniziativa.

È fondamentale sottolineare come alla base di un buon business plan debba esserci la consapevolezza che il documento non ha natura statica ma dinamica: si tratta di una relazione destinata a essere periodicamente rivista. La visione d’impresa e le ipotesi alla base di un business devono essere tradotte in fatti concreti, i quali trovano esistenza fuori dall’impresa ovvero nel modo reale, dove vivono e lavorano i clienti, i fornitori, la concorrenza e, in generale, tutti i portatori d’interesse dell’azienda. Se si vuole scrivere un piano realistico, allora, si devono richiedere e discutere informazioni su ogni componente del proprio modello di business attraverso costanti confronti direttamente con le parti coinvolte. Questa considerazione ci fa capire come la dimensione relazionale sia indispensabile per la scrittura di un buon piano di business.

 Alessandro Braida