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Giovedì 21 novembre 2013 dalle ore 17.30, presso Palazzo Torriani a Udine, si terrà il consueto meeting annuale organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Industria di Udine.

Anche quest anno l’evento avverà seguendo la formula ONE MINUTE MEN e sarà incentrato sul tema della modernizzazione delle relazioni industriali in azienda ponendo Confindustria e i Sindacati a confronto.

L’evento prevede la partecipazione di Piero Petrucco, Gabriele Lualdi, Matteo Di Giusto e le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL. Moderatore dei lavori, Alberto Terasso, Direttore di Telefriuli.

Scarica il flyer dell’evento

Di seguito il mio contributo per “Realtà Industriale”, mensile ufficiale di Confindustria Udine, di Ottobre 2013.

“Aggredire i mercati esteri e migliorare la propria posizione competitiva nel mercato interno richiedono la capacità di investire energie, risorse e, soprattutto, relazioni per riorientare le scelte strategiche e commerciali delle imprese. In questo contesto, le situazioni di mancanza di fiducia tra imprese e tra queste e i loro interlocutori (banche, clienti, fornitori, enti e istituzioni pubbliche) non sono più sostenibili; assume rilievo, invece, la capacità di agire in modo coordinato, elevando la propensione a dialogare, a negoziare e a stipulare accordi reciproci profittevoli e generando, in tal modo, una discontinuità rispetto al passato.
Come è noto, la piccola dimensione delle imprese italiane spesso genera inefficienza a causa del costo dell’elevato numero di relazioni e di transazioni da gestire all’interno delle filiere, siano esse orizzontali o verticali. Inoltre, in un’economia dove il vantaggio competitivo per le imprese dei paesi avanzati si basa sulla conoscenza e sulla smaterializzazione del valore e dove si vendono idee, creatività e servizi (e non solo prodotti materiali) vanno favoriti i percorsi di condivisione delle informazioni commerciali, la ricerca pre-competitiva, le collaborazioni allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e le attività di ricerca e sviluppo svolte in comune.
Fare rete diventa così un imperativo ricorrente e cresce l’attenzione riposta sugli strumenti quali i consorzi, le ATI (associazioni temporanee d’impresa) e il contratto di rete sia da parte delle istituzioni come la Regione, le Camere di Commercio, e le associazioni di imprenditori sia delle società di servizi e dei consulenti legali, fiscali e manageriali. Il contratto di rete si presenta come uno strumento innovativo finalizzato, da un lato, a garantire ai partecipanti la possibilità di scegliere in autonomia la governance e le altre caratteristiche della rete e, dall’altro, a permettere la possibilità di modificare in qualunque momento le stesse attività di rete.
I progetti di aggregazione, tuttavia, presentano anche delle criticità perché comportano una parziale perdita del controllo da parte dell’imprenditore e necessitano di una modifica dell’approccio culturale esistente che rimane ancora avverso ai raggruppamenti; probabilmente per questo motivo sono le reti commerciali fra aziende di dimensione simile e con produzioni complementari e sinergiche quelle che sembrano trovare maggiore diffusione. Il punto fondamentale, pertanto, si trova nella considerazione che fare rete vuol dire prima di tutto lavorare per cambiare la mentalità superando gli individualismi e recuperando una dimensione di confronto finalizzata alla condivisione di un percorso di crescita e sviluppo.
L’attività del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine presenta in maniera marcata quest’orientamento. Già nel programma illustrato all’atto del suo insediamento, il Presidente Massimiliano Zamò faceva riferimento alla necessità di contribuire alla costruzione di un sano sistema imprenditoriale “in quanto colonna portante di una società aperta”; sempre Zamò affermava che “la nostra associazione dovrà essere capace di costruire reti e forme di dialogo con il territorio per diventare un punto di riferimento ancora più forte attraverso il sostegno a tutte quelle iniziative che possono portare alla nascita di nuove aziende, particolarmente frutto dell’innovazione e del talento dei giovani”. Le stesse attività svolte all’interno dei gruppi di lavoro impegnando gli associati nell’organizzazione d’importanti convegni, di visite aziendali, di missioni all’estero oltre che di eventi conviviali permettono di imparare “le regole” e lo “stile confindustriale” e sono occasioni per fare amicizie che spesso diventano basi per sviluppare la propria attività. Da menzionare, infine, l’attività svolta dal comitato nazionale per lo Sviluppo delle PMI ed etica d’impresa, al quale ha preso parte il Vice Presidente del Gruppo Giovani di Udine Michele Vanin, che si è occupato di studiare i casi di successo per mettere a sistema tutti gli strumenti per lo sviluppo delle reti d’impresa. Tale lavoro, tra l’altro, è sfociato nella realizzazione di un flyer che introduce alla “Guida pratica per la creazione di una Rete d’Impresa” di Confindustria che è stato presentato al Convegno di Capri 2012 e distribuito in allegato al numero dello scorso Dicembre di Qualeimpresa.”

Start & Go: le premiazioni finali a Udine. Un evento di successo che premia l’impegno a sostegno delle nuove imprese da parte del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine.

Di seguito il mio articolo pubblicato su realtà industriale di Confindustria Udine di questo mese

L’avvio di una nuova attività imprenditoriale rappresenta una sfida avvincente e allo stesso tempo di elevata complessità. Richiede l’elaborazione di una chiara strategia che con un’attenta disamina faccia emergere l’idea innovativa ma anche i pericoli, le opportunità, i rischi e le criticità da gestire nella fase d’avvio e in quella dello sviluppo del business. Richiede la scelta della forma giuridica che l’impresa dovrà assumere e del modello organizzativo che dovrà adottare per la sua governance. Esige, soprattutto, una realistica analisi dell’ambiente competitivo per posizionare correttamente l’impresa sui mercati. Una ricerca di mercato fondata sul reperimento di dati e di informazioni presso siti web, associazioni imprenditoriali, camere di commercio, enti di ricerca e sportelli europei consente una migliore comprensione dell’evoluzione dei bisogni dei potenziali clienti; ciò significa evitare di basare le proprie speranze di successo su percezioni personali troppo spesso considerate indubitabili oppure sulle proprie capacità tecniche, produttive, organizzative e commerciali.

Le valutazioni strategiche devono necessariamente essere formalizzate con strumenti di progettazione e presentazione come gli elevator pitch (una chiara e sintetica presentazione del progetto con lo scopo di convincere gli investitori in un brevissimo lasso di tempo) e come il business plan, documento fondamentale sia nella fase di avvio d’impresa sia in seguito per la ricerca di finanziamenti. Decisiva, infatti, per un progetto imprenditoriale, è la valutazione razionale delle dinamiche finanziarie a supporto delle diverse fasi che attraversa l’impresa durante il suo avvio:

– la fase iniziale denominata “seed”, durante la quale non è necessario un fabbisogno finanziario troppo elevato;

– la fase successiva di “start-up”, nella quale l’esigenza di fonti finanziarie cresce per sostenere la probabile assenza di ricavi;

– la fase “early growth”, durante la quale la veloce espansione dei ricavi produce un maggior autofinanziamento che continua, comunque, a non essere sufficiente per sostenere l’elevato fabbisogno finanziario connesso all’esigenza di sviluppare la rete distributiva sul mercato, di sostenere gli investimenti in capacità produttiva e al rapido sviluppo del capitale circolante;

– infine, la fase “sustained growth” nella quale il fabbisogno finanziario è proporzionale alla crescita del fatturato.

Durante questo percorso, oltre agli strumenti bancari, ai finanziamenti agevolati (regionali, nazionali e comunitarie), il finanziamento attraverso il capitale di rischio rappresenta spesso la chiave per il successo del progetto: incubatori, business angel e venture capitalist sono attori chiamati a ricoprire un ruolo indispensabile. Se grandi aziende come, ad esempio, Telecom, Vodafone, Intesa San Paolo hanno da tempo avviato iniziative per le start-up, anche associazioni di business angel come IBAN (Italian Business Angel Network) e come IAG (Italian Angels for Growth) rivestono un ruolo di primaria importanza.

La leva finanziaria è indispensabile. Non va dimenticato, tuttavia, che esiste anche un contesto sociale fatto di enti, associazioni, centri di aggregazione e sistemi per fare network che ruotano intorno al mondo delle nuove imprese tecnologiche. In particolare, si sono ormai diffusi luoghi, reali e virtuali, che mettono a disposizione postazioni di lavoro condivise in ambienti vivaci e ricchi di stimoli. Lo scopo è quello di favorire le sinergie e di incrementare lo scambio di idee in community di professionisti e di aziende che, talvolta, si prestano a un servizio di consulenza personalizzato. Situazioni ben avviate sono la rete dei “Coworking”, che si stanno diffondendo in tutta Italia, e la rete mondiale di spazi fisici e di persone che si occupano di nuova imprenditorialità, d’innovazione e d’impresa sociale denominata “The Hub” che ha una sede a Trieste.

Anche il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine si sta impegnando concretamente per le start-up. È in fase di progettazione, infatti, un’iniziativa denominata “Start & Go” rivolta a micro, piccole e medie imprese gestite da giovani imprenditori tra i 18 e i 40 anni che intendono sviluppare progetti ad alto contenuto innovativo, tecnologico e di conoscenza di prodotti, servizi, processi e modelli di gestione migliorativi rispetto al panorama esistente. Il progetto vuole sostenere la crescita delle nuove iniziative imprenditoriali particolarmente innovative e prevede anche un bando di finanziamento che aprirà entro fine anno. Il Gruppo sta lavorando anche per ottenere finanziamenti bancari a tasso agevolato e si prevedono azioni di sostegno attraverso consulenze professionali, premi in denaro, insediamento presso incubatori, promozione dell’iniziativa imprenditoriale, visibilità sul territorio, formazione e tutoraggio.

Alessandro Braida

Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine