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Il mio contributo per Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia del 2 settembre.

SELEZIONE DI MANAGER IN AZIENDA

UNA SCELTA BASATA SULLE QUALITÀ: ESPERIENZA, COMUNICAZIONE, INIZIATIVA

Il tema della presenza del manager o dell’aumento del grado di managerialità nelle piccole e medie imprese italiane rimane sempre di estrema attualità. Eppure, non sempre l’integrazione fra le nostre aziende e la cultura manageriale è un binomio facile da realizzare e si può, di fatto, affermare che la necessaria apertura a manager e professionisti capaci di accelerare la crescita e la competitività delle imprese non ha ancora avuto luogo.

A dispetto della crisi, il capitalismo familiare, seppur sofferente, continua a esistere in tutte le economie più avanzate e in Italia rappresenta ancora la forma prevalente nelle PMI. Tuttavia, quando le imprese familiari crescono e cominciano a confrontarsi con i mercati internazionali, non sempre riescono a mantenere risultati positivi in termini di redditività e, soprattutto, non riescono a usare in maniera corretta strumenti sofisticati di gestione aziendale. Una conduzione familiare, complicata talvolta dalle problematiche del passaggio generazionale, si mostra quindi inadeguata e penalizzante nei confronti dello sviluppo organizzativo nelle aree che, più di altre, richiedono esperti qualificati: l’area strategica, l’area marketing, quella commerciale e l’area export.

In un post su facebook, ho letto tempo fa una frase che suona come uno slogan “Meno management e più lavoro, meno parole più fatti, meno marketing più produzione. Questo serve!”. Certo la gestione familiare ha il vantaggio di velocizzare i processi decisionali ma la carenza di cultura manageriale è anche il motivo principale della scarsa competitività delle nostre PMI.

Ad ogni modo, è doveroso sottolineare che la qualità dei manager è un elemento di rilevante importanza, in particolare, nelle situazioni in cui l’azienda risente ancora dell’opera del fondatore e il suo futuro sia affidato ai suoi successori genetici. Per riuscire davvero nel salto di qualità, specie se ci si deve cimentare con il mercato globale, è necessaria un’attenta e ragionata scelta del manager o del professionista a cui affidarsi attribuendo importanza ad alcuni elementi:

  1. la capacità di saper motivare il personale conducendolo a impegnarsi nelle azioni fondamentali per raggiungere la mission e la vision aziendale.
  2. La capacità di creare una cultura di chiare responsabilità.
  3. La capacità di promuovere una cultura dei risultati, superando inevitabili avversità e resistenze in quest’operazione.
  4. L’abilità nel gestire le relazioni creando un clima di fiducia, dialogo aperto e piena trasparenza.
  5. La cultura del prendere decisioni basate sulla produttività e non su logiche politiche.

Esperienza, competenza, abilità nella comunicazione, leadership, spirito di competitività sono, in sintesi, qualità essenziali di un manager, senza le quali si rischia di avere riflessi negativi sulla capacità di produrre reddito dell’intera impresa.

Il ruolo del bilancio sociale nelle piccole e medie imprese

Rendere conto dei propri risultati e delle proprie azioni e stabilire un dialogo costruttivo e permanente con i propri interlocutori sociali richiede un considerevole impegno da parte delle aziende. La responsabilità sociale, infatti, può rappresentare un elemento di competitività per le piccole e medie imprese a condizione che queste imparino a utilizzare nuovi strumenti strategici e di comunicazione.
Tra gli ultimi, è di considerevole importanza il ruolo che si è ricavato il bilancio sociale, una relazione volontaria che, in rapporto a un certo periodo di tempo, pone in risalto la missione d’impresa, i criteri di gestione, l’impegno nei confronti delle risorse umane e nei confronti della comunità allargata, quello nei confronti dell’ambiente, della sicurezza e dell’innovazione. Si rivolge agli stakeholder dell’impresa: azionisti, clienti, fornitori, risorse umane, comunità locali, finanziatori, pubbliche amministrazioni, ambiente e altri soggetti che hanno degli interessi nei confronti dell’impresa stessa.
Nel corso del tempo si sono sviluppati diversi approcci, metodologie e linee guida per la realizzazione del documento, che, da strumento volontario di rendicontazione sta diventando, in alcuni paesi, uno strumento obbligatorio di comunicazione. In linea di principio, il bilancio sociale è chiamato a:

– enunciare la missione dell’impresa e i suoi valori di riferimento;
– illustrare le prestazioni dell’impresa con riguardo alla sostenibilità economica, ambientale e sociale;
– fornire le informazioni necessarie alla proprietà e al management per definire la strategia aziendale con riguardo alle attese degli stakeholder;
– quantificare e rendicontare la distribuzione del valore aggiunto aziendale nei confronti dei diversi stakeholder;
– misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi precedentemente assunti;
– fissare, sotto il profilo sociale, i nuovi obiettivi di miglioramento dell’impresa.

Il report di sostenibilità è uno strumento di rendicontazione della dimensione sociale e ambientale destinato a completare la funzione del bilancio di esercizio. Il bilancio di esercizio, infatti, fornisce informazioni aziendali complessive inerenti agli aspetti patrimoniali, economici e finanziari, ma non è in grado di trasmettere, da solo, l’effettività dell’attività sociale e i benefici da essa derivanti. Tale vuoto è colmato mediante la redazione e la pubblicazione di questo report, tramite il quale l’organizzazione rende noto a tutti gli stakeholder, interni ed esterni, gli effetti e i risultati finora ottenuti dalla propria missione, dagli obiettivi raggiunti, dalle strategie attuate e dalle attività esercitate. Deve essere ricordato che, nella stessa maniera con la quale il bilancio d’esercizio rappresenta solo la fase di rendicontazione del processo di creazione del valore economico di un’impresa, il bilancio sociale rappresenta solo un momento di una più complessa strategia per la responsabilità sociale.

Alessandro Braida – “Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia” del 17/12/2013